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Il detective dell'uva: Lucie Morton '68

Rivista della scuola St Agnes. Articolo di Andrea Dawson


Mentre la telecamera segue Lucie Morton da un vecchio vigneto a Parigi a un grappolo d'uva selvatica su un'isola al largo della costa del Portogallo, dalla sua frondosa fattoria di famiglia al suo vigneto sulle rive del fiume Potomac, salta all'occhio un dettaglio tra i tanti: è ferocemente curiosa. Strizzando gli occhi per scorgere i delicati disegni su una foglia di vite, osserva meticolosamente. Ascolta con attenzione i viticoltori, i proprietari di vigneti e persino un francese che cerca di identificare una misteriosa foglia di vite che cresce sul graticcio del suo patio. Viticoltrice di fama internazionale, si è più che guadagnata il diritto di dare dimostrazioni, ma è molto più interessata a sporcarsi le mani, studiando e risolvendo i problemi legati alla coltivazione della vite.


"Sono una studentessa di viticoltura", spiega. Amo la vite in tutte le sue forme".


La telecamera in questione appartiene al documentarista francese Stéphan Balay. Essendosi immersa nelle complessità e nelle curiosità della trasformazione dell'uva in vino negli ultimi 50 anni, come collaboratrice di ricerca, insegnante, scrittrice, ricercata conferenziera e consulente internazionale di vigneti, Lucie non poteva non essere attratta da una storia che Stéphan sperava potesse far luce (...)




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